Testimonianze
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Fabrizio Bovi - Giornalista Volare
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Guido Medici - Fondatore e autore di Avioportolano
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Roberto Vecchi e Guido Medici
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Team Avioportolano - Camilla Muta - Riccardo Chinellato - Guido Medici - Federico Medici - Fabio Patrassi
Quella volta che andai all'Aeroporto di Pavullo
Un piccolo aeroporto infilato tra le montagne dell'Appennino nella Circoscrizione di Bologna continuava a dare problemi. Tanto da sollecitare, nel 1995, una ispezione del Direttore di Circoscrizione Valerio Bonato. Che qui racconta com'è andata
di Valerio Bonato
Nel 1995, ero appena arrivato a Bologna.
Al Guglielmo Marconi.
E, meraviglia di tutte le meraviglie, non ho trovato un aeroporto, ma ho trovato un campo di volo!
Tutto mi faceva pensare che tale fosse e che aeroporto lo dovesse ancora diventare.
E per traffico.
E per organizzazione.
E per mentalità.
Era tutto assai casereccio, la bandiera era riposta, la Madonna nascosta, l’emergenza tralasciata nel cuore.
Ma, per fortuna, la Madonna di San Luca presiedeva su tutto.
H24, sia in azimuth che in zenit!
Della Guardia, si chiamava quella Madonna.
In questo bailamme di problemi, c’era un aeroporto che mi dava pena uguale, se non di più, al Guglielmo Marconi.
Era l’aeroporto di Pavullo nel Frignano, che prima mai avevo sentito nominare.
Ogni mattina, mi mandava il mattinale!
Sempre qualche problema.
Sempre qualche dissidio.
Sempre qualche evenienza.
A un certo punto, mi sono detto:
“Chi vi sarà mai su all’aeroporto di Pavullo!?”
E, un lunedì, con un ispettore del traffico, presi su e vi andai.
E vi trovai il Grande Mazzacurati.
E, una pattuglia di giovani volenterosi, desiderosi come non mai di mettere mano all’aeroporto che si presentava, ai miei occhi, come un prato!
Nulla più!
Riunii entrambe le anime e, guardandoli in faccia, nell’anima e nel cuore, decisi di dar fiducia ai giovani emergenti!
E, così avvenne!
E, non ebbi più alcun problema da Pavullo bensì solo ipotesi di soluzione.
E si cominciò a camminare, insieme!
Quella volta della strana domanda: "Ma dov'è l'aeroporto"?
Lo sviluppo dell'Aeroporto di Pavullo iniziò dopo la strana domanda che il Direttore della Circoscrizione aerea di Bologna Valerio Bonato fece ad un attonito giovane Direttore Roberto Gianaroli: " Me lo dica Lei dov'è...Ingegnere". E da questo surreale colloquio iniziò l'avventura.di Roberto Gianaroli
Gli anni 85-95 per l'aeroporto di Pavullo furono particolarmente complessi.
Parliamo di un periodo nel quale la politica e i cittadini pensavano che l'espansione edilizia e le costruzioni a questa collegate fossero l'eldorado per l'economia italiana e per quella locale.
L'aeroporto, ovvero il suo ampio sedime verde e relativamente pianeggiante, era ormai fortemente avvicinato dall'espansione edilizia di Pavullo, avvenuta grazie alla trascuratezza dell’Aeronautica Militare e dei suoi preposti, a cui il sedime, fino al passaggio a Civilavia (1985), era assegnato.
L’area verde rappresentava, a detta di imprenditori e politici locali e comuni cittadini la naturale espansione dell'area urbana, anche perché tanti anni di noncuranza, dal 5 agosto 1944, momento della distruzione da parte delle truppe tedesche dell’aeroporto, avevano fatto perdere l’identità percepita all’infrastruttura: per lo Stato era un aeroporto, per i cittadini un campo di aviazione, di nome e un prato per giochi vari, di fatto.
Dagli anni ‘60 fino al 1995 Mazzaccurati la fece da padre-padrone dell'aeroporto, fino a quel momento supportato da una originale Direzione Aeroportuale di Bologna, identificata nel dott. Gaetano Costa.
Di fronte a una situazione tanto critica, al giovane nascente Club Aereo, non restò altro che fronteggiare a muso duro la politica locale, i cittadini, i comuni e gli imprenditori e provare a coinvolgere Mazzacurati in questa avventura.
Mazzacurati fu quindi trascinato ab torto collo in quella battaglia amministrativa e penale dalla quale cercava però di svincolarsi quotidianamente.
In questo contrasto tra aeroporto e territorio, tra visioni contrapposte interne ed esterne, tra passato e futuro, il Club Aereo aveva acquisito la salda consapevolezza che l'aeroporto era, e sarebbe stato, una realtà straordinaria per tutto il territorio del Frignano per la provincia di Modena, e per l’intera nazione.
Da qui, da questa visione di futuro, di precarietà e di prospettiva, di sopravvivenza e di sviluppo, nascevano i contrasti tra il passato, rappresentato da Mazzacurati e dal direttore pro tempore dell'aeroporto di Bologna, dott..Gaetano Costa, e il presente, rappresentato dal Club Aereo.
L'aeroporto non poteva restare imprigionato nel suo passato affinché avesse una prospettiva di futuro, era un campo di fango o poco più, dove un vecchio hangar, costruzioni precarie, roulotte adibite a dimora, orti e galline ne rappresentavano una realtà assolutamente inadeguata rispetto al ruolo giuridico che rivestiva.
Smantellare tutto questo per trasformarsi in una realtà coerente con il proprio status rappresentava un concetto troppo innovativo, troppo impegnativo, troppo difficile da capire in quel momento storico.
Fu la visita del nuovo Direttore dell’Aeroporto di Bologna, Ing. Valerio Bonato, a raccogliere e segnare la svolta. Quando nel 1995, l’Ing. Bonato, appena arrivato in Aeroporto a Pavullo mi affiancò, ricordo come se fosse adesso, mi chiese:” Gianaroli, ma dov’è l’Aeroporto?” Io con naturalezza risposi: ”E’ qui, siamo in Aeroporto, la pista è davanti a noi, queste baracche sono gli uffici e quella dietro di noi il ristorante”. L’Ing. Bonato insistendo ancora mi ripose la domanda:” Gianaroli, ma non lo vedo, dov’è l’Aeroporto?” Allora io con sorpresa risposi: ”E’ qui, siamo in Aeroporto, la pista è davanti a noi, queste baracche sono gli uffici e quella dietro di noi il ristorante.”. Il teatrino andò avanti per diversi minuti fino a quando con un poco di sconcerto gli dissi: ”Direttore non lo so, me lo dica lei”. E a quel punto, lui ribadì che non lo vedeva.
Rimasi quasi impietrito e ricordo che riuscii a proferire poche parole: ”Mi dica, come posso aiutarla a vederlo?” Lui a quel punto mi impose di effettuare importanti lavori: livellamento della pista, identificazione della pista, creazione delle fasce di sicurezza e recinzione, il tutto da realizzarsi previo adeguato progetto aeronautico. Poi mi chiese di quanto tempo avessi bisogno. Riflettei un attimo e capii che eravamo al punto di svolta: o tutto o nulla e gli dissi che in un mese avrei provveduto a realizzare quanto da lui richiesto.
Guardandomi stupito, mi augurò buon lavoro e se ne andò via.
Dopo un mese andai da lui, nel suo ufficio in aeroporto a Bologna, e gli dissi che la pista era stata livellata, identificata e delimitata, le fasce di sicurezza realizzate sbancando una collina e la recinzione, pur non perfettamente a norma, era stata realizzata. Ora, sarebbe potuto tornare a Pavullo perché un Aeroporto poteva vederlo.
Da quel momento attraverso un crescente impegno reciproco siamo arrivati al 1998, precisamente al 10 dicembre, con le celebrazioni a Pavullo della Festa dedicata alla Madonna di Loreto e l’inaugurazione di una maestà destinata alla Protettrice degli Aviatori.
Ora la Madonna era presente e poteva dispensare la sua protezione all’aeroporto e ai sui aviatori, e come da una Turris Eburnea, ovvero dall’aeroporto più alto della regione, estendeva questa agli scali dell’Emilia Romagna e ai suoi fruitori. Presto sarebbe arrivata anche la bandiera, non una, ma tre: Italia, Europa ed Enac. Quest’ultima sventolò per la prima volta nei cieli italiani proprio qui a Pavullo
Da quel giorno, con la collaborazione della nascente Enac e con la protezione della Madonna di Loreto, lo sviluppo dell’Aeroporto Civile Statale di Pavullo non si è più arrestato
Tutti a Castiglione che c’è baldoria
Diciannove anni di “Meeting di Primavera”, tanti sono gli anni di successi per un raduno di ultraleggeri che è stato fin dalla prima edizione “la festa dei piloti” dove ogni appassionato del volo nelle sue varie forme e nelle variegate tipologie di velivoli si è sentito di partecipare alla “Sua” festa!di Alessio Alberati, Giancarlo Faltoni, Luciano Giannini
Il raduno è nato, come spesso avviene, quasi per gioco (con l’esperienza delle feste al Ciannocio verso la fine degli anni 80), dalla volontà di uno sparuto gruppo di piloti ed appassionati di volo che, in seguito al venir meno di un consueto raduno che si teneva annualmente a Bassano del Grappa, decisero una sera davanti ad una pizza, di proseguire la tradizione proponendo Castiglione del Lago come nuovo riferimento ed il suo ex aeroporto (Scuola Caccia della Regia Aeronautica) come sito dove localizzare
l’iniziativa.
Era il febbraio del 2001, la data della prima edizione “sperimentale” fu scelta nei tre/quattro giorni a ridosso del 25 aprile e, tranne un paio di occasioni, da allora è rimasta tale!
Il nome non poteva che essere evocativo di quella che era e sarebbe rimasta la festa collettiva per celebrare l’inizio della stagione aviatoria di ogni anno, l’evento che dopo un inverno scarno di voli per le difficoltà meteorologiche, apre alla primavera ed alla voglia di staccarsi da terra con ogni mezzo volante possibile.
Non a caso, la passione del volo prescinde dal tipo di apparecchio usato per volare! Ecco che il “Meeting di Primavera” diventa la celebrazione di un rito, per assistere al quale si giunge con qualunque mezzo e tutti hanno dignità e parità di ruolo perché al “Meeting di Primavera” ogni appassionato di Volo è a casa propria!
Il campo (dal 2005 aviosuperficie certificata) dell’Eleuteri (L. Eleuteri è l’asso Umbro della prima guerra mondiale al quale fu intitolato l’aeroporto di Castiglione del Lago) si anima e si colora di parapendio, deltaplani, tre assi, alianti, biplani, idrovolanti, elicotteri, autogiro e mongolfiere in un tripudio di livree e di fantasia, dove il “pilota” può incontrarsi con i propri simili ed offrire al tempo stesso uno spettacolo agli appassionati ed al pubblico, con la sola presenza del velivolo, anche semplicemente per farlo ammirare e farne cogliere gli aspetti tecnici, la professionalità o la genialità di certe soluzioni o più semplicemente per far cogliere lo “spirito” del binomio uomo-macchina che riesce a realizzare il più antico ed il più bello dei sogni dell’uomo.
Fu subito evidente come la centralità geografica del luogo e le sue bellezze naturalistiche ed ambientali, in primo luogo del Lago Trasimeno, unite alla presenza di una fitta rete di strutture alberghiere ed agrituristiche immerse nei centri storici e nelle campagne limitrofe, come un “albergo diffuso”, fossero una “location” ideale per questo tipo di eventi ed i piloti del V.D.S. (Volo da Diporto e Sportivo) ai quali era dedicato il raduno, ne fossero entusiasti e rispondessero in misura mai vista prima a quel richiamo, facendone una occasione per trascorrere qualche giorno al “Meeting di Primavera”, magari con le famiglie al seguito, non disdegnando di cogliere l’occasione per una visita ai dintorni, spesso ripetuta in altri periodi per scoprirne meglio gli angoli nascosti e le suggestioni del paesaggio, delle tradizioni, della storia e perché no, della buona tavola.
Al raduno si è subito affiancata una mostra mercato di velivoli e componentistica aeronautica, il “Trasimeno Air Festival” ma, ribaltando il concetto ancora in uso, si dava la possibilità alle aziende di essere presenti laddove erano i piloti. Erano quindi le aziende che andavano ai raduni, non i piloti che andavano alle fiere, e per tutti la possibilità del “costo zero”, che consentiva la presenza anche alle piccolissime aziende nate il giorno prima, che avevano quindi “pari dignità” alla stessa stregua di realtà internazionali già affermate.
Negli anni si ritrovano al “Meeting di Primavera”, le principali aziende costruttrici od i loro referenti commerciali, insieme ad ogni sorta di accessorio o di gadget per l’uomo e per la macchina, in grado di soddisfare le esigenze, talvolta le “manie”, del pilota ma anche di suscitare la curiosità e l’interesse di chi pilota ancora non è o non lo sarà mai.
Con l’affermarsi della manifestazione, una crescente presenza (essa stessa attrattiva e protagonista della crescita) è stata quella dei vari Corpi dello Stato, a cominciare dalla Aeronautica Militare che non ha fatto mai mancare il Suo apporto, per continuare con la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, l’Aviazione dell’Esercito, i Vigili del Fuoco fino alla Marina Militare.
Il “Meeting di Primavera” è diventato anche la annuale vetrina per le esibizioni delle principali pattuglie acrobatiche e per i migliori solisti che hanno incantato il sempre numeroso pubblico con i loro incredibili volteggi nell’aria e per le aziende produttrici che hanno potuto mostrare anche in volo le caratteristiche dei loro velivoli.
In questi anni centinaia e centinaia di persone hanno potuto provare l’emozione del primo volo ed avvicinarsi così a quelle irripetibili sensazioni che ogni volta prova il pilota diportista quando, al comando del proprio velivolo, osserva dall’alto il paesaggio scivolando dentro l’aria che sostiene entrambi.
Garantire un tale evento ha comportato una organizzazione complessa e delicata, sia sotto il profilo burocratico (conosciamo bene la ferraginosità delle leggi e delle normative Italiane), sia sotto gli aspetti pratici ed organizzativi.
E’ stata importante la sinergia con il Comune di Castiglione del Lago, oggi proprietario del sito (anche grazie al Meeting di Primavera) ma soprattutto è stato decisivo l’apporto passionale e disinteressato delle decine di collaboratori volontari che hanno coperto le numerose “postazioni” indispensabili per garantire accoglienza e sicurezza ai piloti ed al pubblico.
Ridare vita a un sito storico come l’aeroporto Eleuteri, ha consentito inoltre il recupero di strutture preesistenti che hanno trovato un naturale utilizzo proprio nella rappresentazione del loro passato, attraverso la realizzazione di un primo nucleo di museo che ripercorre l’intera storia aeronautica del Trasimeno.
Insomma, al Meeting il volo è al centro di tutto e con esso lo è il pilota, negli incontri informativi, nel racconto del passato, nelle serate cariche di allegria e autoironia che hanno caratterizzato le varie edizioni, transitando con naturalezza e partecipazione dai “riti propiziatori” dell’improbabile “Mago Tony” ai prestigiosi concerti di musica rock, prog o classica, dal circo alla commedia, ai demenziali “Frociones de Valencia”, senza dimenticare gli amici “passati” o la celebrazione degli eventi e dei successi ottenuti per il progresso del settore tra i quali, il “Meeting di Primavera” riteniamo possa essere annoverato tra i protagonisti.
Alessio Alberati
Giancarlo Faltoni
Luciano Giannin
Cielo e Volo
Siamo all’inizio degli anni 90, il periodo d’oro del volo ultraleggero...Assistiamo alla crescita del volo ULM in Italia. Tanti appassionati e tante piccole aziende con grande entusiasmo si gettano nella costruzione di un qualcosa che voli al di fuori dei classici schemi della AG, che è agonizzante...prepotente si diffonde a macchia d’olio il volo ultraleggero, dapprima con deltaplani poi con piccoli aerei tubi e tela.di Paolo Dapporto
Siamo all’inizio degli anni 90, il periodo d’oro del volo ultraleggero...Assistiamo alla crescita del volo ULM in Italia.
Tanti appassionati e tante piccole aziende con grande entusiasmo si gettano nella costruzione di un qualcosa che voli al di fuori dei classici schemi della AG, che è agonizzante...prepotente si diffonde a macchia d’olio il volo ultraleggero, dapprima con deltaplani poi con piccoli aerei tubi e tela.
Essere protagonisti di quei tempi è stato entusiasmante.
Nascono tanti nuovi campi di volo, le regole non sono fortunatamente ancora non ben definite e chi ha un pezzo di terra con una strisci a di almeno 250 metri larga poche decine di metri si avventura nella costruzione di un’area per l’atterraggio ed il decollo di un ULM...si valuta che allora in Italia i campi siano oltre 400.
A Ozzano dell’Emilia lavora un grande imprenditore, il dott Gianni Zamboni che si appassiona al volo ULM...è giovane, ha risorse e tanti amici che come lui vogliono volare ULM...dietro la sua villa ad Ozzano ha tanto terreno ed attrezza un’area per il volo di ULM...compera alcuni ULM e invita tanti amici con il loro ULM ad atterrare sulla sua...striscia di terreno.
L’entusiasmo è tanto, e, da imprenditore, intuisce che sta nascendo un nuovo modo di volare, economico e semplice. Decide di fare le cose in grande ed acquista una grande appezzamento di terreno di 35 ettari ad Ozzano, in via Sabbionara, ed il fratello architetto si occupa delle autorizzazioni e della direzione lavori...nasce l’aviosuperficie Aerdelta, già da allora all’avanguardia. Si costruiscono gli hangar, la casa colonica viene adibita ad uffici e il fienile ad officina.
Poi l’incontro con una operatrice del settore Fiere e nasce subito l’idea di organizzare dei grandi incontri che richiamino le nascenti aziende ed ecco nel 1991 la prima edizione dei raduni di Ozzano, battezzata “Voglia di Volo”
Dopo due anni l’organizzazione viene affidata alla DAGAPEX che cambia il nome in “ Cielo e Volo” e che ininterrottamente, nel mese di giugno, organizzerà l’evento fino al 2013 per poi cedere, pur continuando a collaborare, al dott Zamboni l’organizzazione dell’evento che terminerà nel 2016.
Purtroppo poco dopo il Dott Zamboni muore e l’aviosuperficie, che aveva cambiato nome in “aviosuperficie Guglielmo Zamboni” in memoria del figlio morto in un tragico incidente aereo, viene venduta a una nuova realtà imprenditoriale che cambia il nome all’aviosuperficie in OZZANO FLY e la struttura diventa una realtà molto importante per il volo con varie Aziende aeronautiche che operano stabilmente al suo interno e con scuole certificate di tutti i tipi….organizzare a Ozzano nuove Fiere diventa improduttivo.
I tempi favolosi dei CIELO E VOLO dagli anni 1995 al 2014 sono ormai un ricordo.
Cielo e Volo organizzata dalla Dagapex di Paolo Dapporto, è stato un punto di riferimento importante per il volo ULM ed era atteso da aziende e piloti.
La Dagapex ha potuto organizzare questa Fiera-raduno e far fronte ai costi perchè la settimana dopo organizzava un grande raduno di aeromodelli radiocomandati, il Radio Model Show, l’unica vera manifestazione di aeromodelli organizzata in Italia.
Per alcuni anni Dagapex organizzò a settembre anche il Raduno del Club Aviazione Popolare.
Cielo e Volo divenne veramente importante negli anni d’oro del nascente volo ULM e viene ricordato anche perché la Tecnam presentò in anteprima il primo ULM costruito da una vera Azienda aeronautica...il primo anno si ricorda che nello stand della Tecnam vi era la fila per ordinare il primo P 92 e si parla cha a fine fiera Tecnam ricevette più di 20 ordini.
Negli anno d’oro vediamo la presenza di oltre 80 Aziende del settore, sia ultraleggeri che accessori.
Gli hangar dell’aviosuperficie venivano svuotati dagli ULM e accoglievano una quarantina di stand.
Tutte le aree a disposizione venivano attrezzate per il parcheggio degli ULM e in una edizione si contarono ben 800 aerei parcheggiati.
Negli ultimi anni, con lo stabilizzarsi del mercato, la presenza degli espositori calò e organizzare l’evento divenne sempre più complesso per l’asfissiante burocrazia che complicava agli organizzatori avere le autorizzazioni. L’Aero Club D’Italia iniziò a non autorizzare la manifestazione perché scoprì che un regio decreto imponeva che le autorizzazioni per organizzare raduni o Fiere fossero concesse solo agli Aero Club, tanto che per poter organizzare le ultime edizioni l’autorizzane venne concessa a Aero Club limitrofi che poi comunicavano all’AECI che Cielo e Volo sarebbe stata organizzata a Ozzano...cose che accadono solo in Italia.
Queste difficoltà e la salute cagionevole del dott Zamboni oltre al calo degli espositori fece si che nel 2016 la grande e bellissima avventura di Cielo e Volo terminò.
Ardimento futurista, odori d’erba spagna e di miscela al due per cento
Se trent’anni da quella cavalcata aerea vi sembrano tanti, sappiate che il meglio deve ancora veniredi Fabrizio Bovi (Redattore della rivista "Volare")
Ho "volato" per la prima volta sul delta a motore nel ’93, aggregandomi con l’immaginazione a Guido e a una ciurma di matti scatenati, razzolando per una settimana a pelo degli alberi a cavallo del Grande Fiume.
A quel tempo cucinavo paginate di cronache aviatorie per la rivista Volare.
Un giorno, il capo redattore mi mise sulla scrivania quattro cartelle da 1.800 battute e alcune foto: “fai tu - disse senza entusiasmo - vedi di cavarne fuori qualcosa”.
Ancora rivedo il titolo in maiuscolo: ‘VOLARE IN COMPAGNIA’, sai che roba. Sapeva quasi di punizione.
E poi, diciamolo, da pilota d’aereo ‘vero’ quegli accrocchi spetezzanti non mi davano fiducia alcuna.
Ben presto mi accorsi che tra quelle righe martellate a mano con l’Olivetti si nascondeva un volo da pionieri, colorato di ardimento futurista, odoroso d’erba spagna e di miscela al due per cento, col vento in faccia e l’occhio lungo, pronto a cogliere i ghiribizzi atmosferici e i contorni di ogni prato buono per una piantata motore.
Duemila chilometri dal Veneto al Piemonte, andata e ritorno, zigzagando tra campanili padani, a scovare cascine e osterie, a condividere la sera quello scampolo di avventura attorno al fuoco, a dormir scomodi in tenda sotto le vele reclinate sottovento, roride di rugiada.
Il Far West sotto casa.
Ho conosciuto Guido ‘Buffalo Bill’, così, immaginandomi con lui in sella al suo trike appeso a un lenzuolo di trilam.
Da quell’ala provvisoria il mio amico ‘Buffalo Bill' ha declinato carte aeronautiche, Avioportolani e un’infinità di idee, perfino quella di unire le urbi d’Italia sotto il cielo unico della passione del volo. Se trent’anni da quella cavalcata aerea vi sembrano tanti, sappiate che il meglio deve ancora venire.
Trent’anni di Medici
Sembrerebbe una malattia incurabile ma non è così. Lo dice il Presidente dell’Aero Club d’Italiadi Giuseppe Leoni (Presidente dell’Aero Club d’Italia)
Come diceva il saggio giornalista…
Colgo al volo questa bellissima occasione per dirti qualcosa che di solito non si dice nell’ordinarietàdi Roberto Vecchi e Anja Schuck (Direttori "Fly Europe TV")
Caro Guido,
Colgo al volo questa bellissima occasione per dirti qualcosa che di solito non si dice nell’ordinarietà: un semplice e sincero grazie della tua amicizia.
Mi spiace sia arrivata a farci incontrare soltanto negli ultimi anni, ma si è subito caratterizzata come una “full immersion” di intense esperienze fatte insieme, di belle chiacchierate mentre viaggi in auto e non sai con chi passare il tempo e di entusiasmi e rotture di balle condivise, ma sempre metabolizzate con quel sapiente retrogusto di leggerezza e serenità.
Tu sei una di quelle rare persone da cui c’è tanto da imparare, ma ci sono alcune cose su tutte le altre che si distinguono e da cui bisogna prendere esempio: il tuo garbo, la tua educazione e la tua saggezza.
Lasciamo perdere l’esperienza che è tanta e corposa ma, come sai e come diceva il saggio giornalista, più che altro è la risultante di tutte le volte che lo abbiamo pigliato dove non volevamo…
Voglio ribadire ancora una volta che per me non sei soltanto una ottima conoscenza ma sei un amico e, in quanto tale, un piccolo tesoro che spero di avere sempre più spesso l’occasione di preservare.
Un abbraccio carissimo da me e da Anja e mille di questi giorni, di questi anniversari e di questi successi, sempre al massimo e col vento in faccia! E con i saluti anche all’amica “Monada”!
Roberto e Anja
Da giovani allievi istruttori del mitico “Corso Ossigeno”
Percorsi professionali nel VDS: da aspiranti istruttori a professionisti affermati: Presidente di Aopa Italia e Flight Test Observer di Leonardo spadi Rinaldo Gaspari (Presidente AOPA Italia) e Maurizio Dalfino (Istruttore di volo e Flight Test Observer su Eurofighter e C27J per Leonardo Spa)
Avanti così
di Nando Groppo e per Nando GroppoLa certezza di aver lasciato un segno importante
Che dire? Ce ne sarebbero da dire…cosa facciamo? Scriviamo tre libri; ma basterebbero? Caro Guido, non sto scrivendo per la rivista ma solo per l’amicizia che ci meritiamo, ma l’amicizia non è il solo legame; c’è tutto quello che abbiamo fatto, sperimentato e rischiato insieme.di Raimondo Cannella (collaboratore della rivista “IL VOLO”)
Chi ci ha dato questa grande passione? “IL VOLO”? Secondo me questa passione sfiora una patologia: “malati per il volo”. Per fortuna ne abbiamo fatto una professione che è stata di stimolo e aiuto per tutti coloro che si avvicinavano a questa disciplina in tutte le sue forme.
Cosa facciamo? Scriviamo questo libro? Ma poi quanti saranno in grado di capire che questa disciplina ti entra dentro sono se hai la possibilità di condividerla con un vero amico con il quale decidere: che dici, decolliamo o spettiamo che migliori? Quante volte ci siamo messi in queste situazioni.
Mi è venuta voglia: a quando un bel voletto? Per domani? Dove si va? In montagna o al mare? Oltre al freddo, in montagna, abbiamo anche il problema dei carburatori; o facciamo una puntatina in Croazia?
Grazie Guido da te ho imparato molto e te lo dico con il cuore. Comunque, ho la certezza che abbiamo lasciato un segno importante.
Chi ha avuto la possibilità e la fortuna di fondere e condividere lavoro, passione e amicizia come abbiamo fatto noi? Ai posteri l’ardua sentenza!
Raimondo Cannella
Auguri da Fly Ozzano e Aeroclub Reggio Emilia